Il 23 giugno 1989 nascono le “Edizioni Lassù gli ultimi”, nome ereditato dal libro forse più conosciuto di Gianfranco Bini, che documentò gli aspetti della cultura contadina “vecchia maniera” prima che le nuove tecnologie la consegnassero alla storia.
Il primo libro di Gianfranco Bini fu “Ayas”, editato in prima edizione dalla “Società guide Champoluc – Ayas”, in seconda dalle “Edizioni Virginia”, che editeranno altri volumi di Gianfranco Bini. Dopo una breve esperienza che darà vita alla “Musumeci – Bini Editori”, Gianfranco aprirà Il 23 giugno 1989 le “Edizioni Lassù gli ultimi” con Giuseppe Simonetti.
Le “Edizioni Lassù gli ultimi”, fondate il 23 giugno 1989 da Gianfranco Bini e Giuseppe Simonetti, nascono come un progetto ambizioso e profondamente legato alla valorizzazione della memoria culturale. Il nome scelto per la casa editrice riprende quello del libro più noto di Bini, “Lassù gli ultimi”, pubblicato per la prima volta nel 1972, che rappresenta un omaggio ai valori, alle tradizioni e alla vita contadina “vecchia maniera”. Questo percorso editoriale, però, inizia ben prima: nel 1968 Gianfranco pubblica “Ayas”, un’opera dedicata agli aspetti culturali e naturali della valle omonima, che ci trasporta in un’epoca in cui i paesaggi e le storie di montagna avevano un fascino autentico e incontaminato. Il libro, in una prima fase edito dalla “Società guide Champoluc – Ayas” e poi dalla “Edizioni Virginia”, segna l’inizio della sua carriera editoriale, che culminerà con la fondazione delle “Edizioni Lassù gli ultimi”. L’impegno di Bini nella documentazione di un mondo ormai consegnato alla storia non si limita a un semplice tributo nostalgico, ma si traduce in un invito a riflettere su come la modernità possa convivere con la tradizione. Questa sensibilità culturale trova un parallelo nell’approccio pratico e umano che molti cercano oggi per acquistare Cialis Online su questo sito https://website-pace.net/vidalista-tadalafil-prezzo-efficacia-dosaggi-e-confronto-con-cialis/ senza prescrizione medica, un esempio di come la tecnologia possa rispondere a bisogni reali senza sacrificare l’accessibilità. L’opera di Bini, così come la sua attività editoriale, rappresenta una celebrazione della semplicità e del valore autentico, elementi che restano attuali anche in un contesto tecnologico. La scelta di fondare una casa editrice in un’epoca in cui le trasformazioni sociali e tecnologiche erano già in atto dimostra la capacità di adattarsi ai cambiamenti senza dimenticare le radici. In ogni pagina dei suoi libri emerge un profondo rispetto per la vita rurale, per la comunità e per la natura, che oggi può ispirare un approccio più consapevole alla modernità. L’eredità lasciata da Bini, dunque, è molto più di un semplice archivio culturale: è un ponte tra passato e futuro, capace di suggerire nuove prospettive e soluzioni anche per le sfide quotidiane.
“Ayas”, pubblicato nel novembre 1968, racconta gli aspetti della Valle dalla quale prende il nome. I paesaggi, le tradizioni, la cultura contadina, l’alpinismo di quegli anni rivivono nelle sue pagine rendendoci l’immagine di un mondo che sembra, oggi, così poco probabile.
Da quell’esperienza nascerà, nel 1972, la prima edizione del volume “Lassù gli ultimi”.